I Martinez sono una famiglia di origine spagnola, proveniente dall’Aragona, e precisamente da Teruel.
I Martinez secondo tradizione traggono l’origine dai Conti di Montoro e si distinsero in Aragona nella lotta contro i Mori in varie epoche: si ricordano un Lorenzo Martinez che fu vicerè a Maiorca e sedò varie rivolte a Maiorca e Barcellona; famosa fu la sortita di Lope Martinez nel 1232 contro il Re valenziano Zayyan per la conquista di Ares del Maestre; Martin Martinez che fu compagno di Blasco d’Alagona alla presa di Xàtiva, temibile roccaforte saracena. Diversi membri della famiglia furono Cavalieri di Santiago di Compostela.
I Martinez vennero in Sicilia all’epoca dei Vespri: tra questi si ricorda un Pietro Martinez passato in Sicilia nel 1282 al seguito di Re Pietro III d’Aragona che fu infeudato dalla Castellania di Mazzara. Un ramo dei Martinez stabilitosi in provincia di Messina, fu poi investito dei titoli di Barone di S.Giorgio Morabito (1646) e di Barone di Maurojanni e Roccavaldina per il matrimonio di Giuseppe Martinez con Caterina Valdina e Alias.
Un altro ramo della famiglia Martinez si stabilì invece in Sicilia successivamente, in seguito alla nomina di Don Pedro Martinez Rubio y Gòmez ad Arcivescovo di Palermo nel 1657.
All’inizio del sec. XV, la nobile famiglia dei Martinez Rubio era residente a Rodenas, Albarracin, e da qui si espanse verso il sud nella provincia di Teruel fino alla metà del XVIII secolo, quando si estinse il ramo spagnolo.
Il lignaggio Martinez Rubio deriva dal matrimonio di Antonio Martinez con una Maria Rubio Gonzàlez figlia o nipote di Miguel Rubio di Ròdenas e di altra Maria Gonzàlez. Miguel Rubio proviene da Biarritz e fa testamento nel 1506; i Rubio stavano radicati a Rodenas almeno nel 1431, quando i coniugi Miguel Rubio e Maria Gonzàles senior ebbero il privilegio di costruire la cappella di Santa Marina nella chiesa vecchia di Ròdenas. Antonio figlio di Antonio Martinez e Maria Rubio Gonzales volle continuare il nome Rubio.
Tra i discendenti, Juan si sposa con Juana Ana Gòmez Corbatòn con la quale ha diversi figli tra cui Pedro, Gil e Angelo. Pedro (Teruel 30 novembre 1614-Palermo 22 Novembre 1667) diventa Cardinale Arcivescovo di Palermo; Gil Martinez Rubio, chierico, residente in Roma diventa poi Vicario Generale di Palermo e Giudice del Regno di Sicilia; Angelo Martinez Rubio marchese di Buonfornello, residente in Monreale, marito di Isabella de los Cameros, fu donatario dei beni in Rodenas, di quelli di don Pedro, e dell’altro suo fratello Tomàs Antonio Martinez Rubio (presbitero e decano della cattedrale di Teruel) nel 1671 con ratificazione del Vescovo di Valencia Luis de los Cameros.
Angelo si sposa con Isabella de los Cameros, nipote del Cardinale di Monreale Don Luis Alonso, dalla quale ha 4 figli: Carlos (erede del maggiorasco) Pedro, Juana e Francisca Martinez. I coniugi si ammalano entrambi improvvisamente forse per epidemia, Don Angelo morì l’11 settembre 1671 seguito il 2 ottobre dalla moglie; furono seppelliti nella Chiesa del S. Salvatore in Monreale lasciando i figli di minore età che vennero adottati dagli zii materni.
Nel 1686 Carlos e Pedro, come il padre e gli zii, ottengono lo studentato all’università in quanto discendenti del fondatore del legato Arroyta-Valero.
Nel 1693, Carlos si sposa con Angela Martinez Rubio y Manrique, alla quale porta in dote, oltre a vari beni in Spagna, la metà indivisa (con sua sorella Francisca) di una proprietà a Monreale denominata Fallamonica proveniente dallo zio Arcivescovo di Monreale Don Luis de Los Cameros, consistente in un palazzo, cinque case accessorie, quattro prati contigui, terre e vigneti.
I feudi di Tamburello e Ramusa al Castellaccio, situati nel territorio di Cerda e appartenenti anticamente all’antico feudo di Buonfornello, sono stati in famiglia Martinez fino agli anni 1960.
Da Pietro Saverio Martinez e Leonarda Conti nacquero: Giovan Tommaso investito del titolo di Barone di Pampinello il 4 luglio 1775, e Matteo, i cui discendenti si trasferirono a Genova e tra questi si distinse Giovanni che non avendo figli lasciò gran parte della sua eredità in beneficenza e fu il fondatore dell’ospedale Martinez di Pegli (ramo estinto).
Gaetano, figlio di Bartolomeo, sposò Donna Maria Angela Guagenti e fu un noto giureconsulto della città di Palermo nella seconda metà del 1700. Essi furono genitori del Barone Giovan Battista Martinez, ascritto alla Mastra nobile di Palermo del 1843, che sposò D. Giovanna Napoli, figlia di Don Filippo Napoli. Giovan Battista Martinez e Guagenti fu Deputato del Reclusorio Brunaccini, Maestro Razionale della Città di Palermo, Rettore delle Vettovaglie e Razionale Controllo della Controlleria Generale della stessa città. Sua figlia Maria Angela Martinez e Napoli sposò l’architetto Emmanuele Palazzotto (1798-1872) autore, tra l’altro, del gruppo di campanili neogotici sul Palazzo Arcivescovile (1826-35).
Gaetano Martinez e Napoli ebbe riconoscimento della nobiltà nel 1849 e sposò D. Rosalia Mantero; fu Ufficiale Maggiore. Il figlio Antonio, sposato con D. Giovanna Di Franco, ebbe riconoscimento di nobiltà e dell’antico stemma il 3 aprile 1874 e fu Commendatore del Regno e Tesoriere Generale della Città di Palermo. Essi ebbero tre figli: Gaetano primogenito, Francesco e Maria; il loro palazzo si trovava quasi di fronte all’attuale Teatro Massimo in Via Maqueda ad angolo con la Via Giacalone; è tuttora esistente ancorché alterato a causa di sventramenti indiscriminati operati da vari proprietari. La villa settecentesca alla Noce andò purtroppo perduta; un’altra villa ai Ciaculli con annesso grande agrumeto fu ereditata da Francesco. Un altro ramo ancora dei Martinez, estinto e di cui l’ultima diretta discendente fu Maria Francesca figlia di Corrado Ufficiale di Cavalleria, viveva invece a Via Butera e il loro palazzo, di cui rimane il solo portone d’ingresso, fu distrutto durante la 2 guerra mondiale; invece il ramo dei Baroni di Pampinello-Coglitore (ora estinto) era stabilito in un Palazzo a Via S. Sebastiano alla Cala. Altro ramo ebbe un antico palazzo all’Albergheria vicino a Porta S. Agata.
Gaetano Martinez e Di Franco, appassionato agricoltore, sposò M. Carmela (Lina) Tagliavia dei Marchesi di San Giacomo: da essi nacquero Antonio (senza figli maschi) e Nino, che fu Ufficiale della Regia Aeronautica decorato di tre Croci al Merito di guerra, anch’egli appassionato agricoltore, che si occupò intensivamente delle proprietà di Grattavoli, Tamburello e Ramusa. Morì giovane, lasciando i due figli in tenera età.
Suo figlio Nino fu un appassionato agricoltore; ebbe rinnovato per sé e per i suoi discendenti dal Re Umberto di Savoia il titolo di Barone già appartenuto alla sua famiglia da molte generazioni ed ebbe riconosciuto dallo stesso Re e dallo Stato Italiano l’unione dei due casati Martinez e Tagliavia.
Nino Martinez Tagliavia di S. Giacomo nel 1942 sposò la Nob. Eugenia Calascibetta, da essi nacquero Gaetano e Giovanna che sposò Mario Scaccianoce. Essi abitavano in un villino a Via Nicolò Garzilli che fu poi demolito nel 1973, si trasferirono quindi a Via Ruggero Settimo.
Gaetano Martinez Tagliavia di S. Giacomo e Calascibetta ha sposato nel 1983 la Nob. Virginia Fatta dei Baroni della Fratta. Diplomatico di carriera e già Ambasciatore d’Italia in Eritrea, Cav. d’On. e Dev. del S.M.O. di Malta, Gran Croce di Giustizia del S.M.O. Costantiniano di S.Giorgio (Ramo spagnolo) e già Delegato dello stesso Ordine per la Sicilia Occidentale.