I Calascibetta sono una nobile famiglia siciliana, che ebbe larga discendenza e godette nobiltà a Siracusa, Palermo, Lentini e Piazza Armerina; possedette le baronie di Malpertuso e S.Basilio, Cutumino, Friddani, Sabuci, Rambugino ed altre ancora. Ebbe residenza a Piazza Armerina e a Petralia Sottana.
Secondo la tradizione, il capostipite della famiglia Calascibetta è un Corleone da Cremona che venne in Sicilia al seguito del Re Ruggero I.
Il discendente Aldrado Corleone insignito di nobiltà feudale ebbe tre figli: Ruperto che morì nelle Crociate, Giovanni che restò a Cremona e la sua famiglia prese in seguito il nome di Rondenti, Oldoaldo che in seguito alla Crociate venne in Sicilia.
Odoardo Corleone militò con Ruggero il Normanno e da costui, secondo la tradizione riportata anche dal Mugnos prese il nome la città di Corleone.
Ruggero Corleone militò sotto Guglielmo il Buono e da lui nacquero Odoardo e Raimondo Corleone; questi servirono sotto Federico II. Raimondo per ordine imperiale andò con una colonia di Lombardi prima a Scopello a fronteggiare i pirati saraceni e poi a Corleone dove presero la città e ivi si stanziarono: per questo la città fu chiamata Corleone. Da lui nacque Odoardo Corleone che prese le parti di Carlo D’Angiò contro Manfredi e ottenne dal Re il governo di Calascibetta. Da questi, nacque Ruggero Corleone che ebbe confermata la signoria di Calascibetta da Pietro I d’Aragona.
Pietro II confermò la Signoria nel 1337 al nipote Ruggero e il figlio di questi, Raimondo che servì il Re Federico III il Semplice di cui rimane una lettera di encomio del 1337 (Archivio di Stato Palermo). Giovanni e Calandrino Corleone Calascibetta servirono la Regina Maria nel 1380; Giovanni Corleone prima fu con Martino I d’Aragona Barone della terra di Calascibetta e dei 14 feudi annessi, che poi gli furono tolti e furono aggregati alla Regia Corte in seguito alla rivolta dei Baroni e dei Chiaramonte contro Re Martino. Egli fu punito e dichiarato fellone; nel 1391 si ritirò a Piazza Armerina e lì fu chiamato Calascibetta.
Da lui nacque Andrea Calascibetta, nel 1470 sposò Panfilia Spinello di Piazza, da cui Giovanni Andrea che si sposò con Giovanna Judisco Landolina dei baroni di Imbaccari, e fu investito jure francorum della Signoria della Montagna di Ganzeria il 23 ottobre 1505 come donatario di Matteo Spinello da Piazza di cui era nipote.
Giuseppe acquista dal Chierico Vincenzo Catania la baronia di Rabuggino, presso Piazza, e se ne investe il 10 giugno 1588 e da lui si dividono la prima linea di Girolamo dalla seconda linea di Matteo.
Girolamo sposato con Dorotea Starrabba s’investe nel 1607, poi il di lui figlio Simone per donazione del padre in occasione delle sue nozze con Giovanna Trigona nel 1611.
Dei loro figli, il ramo primogenito discendente da Simon Ignazio sposato con Lucia Lanzarotta si estinse nel ramo maschile con Salvatore e il fratello Pietro intorno al 1792: da questi ebbe discendenza solo Giovanna Antonia che sposò nel 1795 Salvatore Montaperto, da cui Bernardo Montaperto e Calascibetta, portando in quella famiglia il titolo di Duca di San Nicolò e altre baronie di casa Calascibetta.
Da Matteo, 1596, sposato con Francesca Spinelli di Piazza, capostipite della seconda linea, nacquero diversi figli, la linea primogenita derivante da Giuseppe si differenziò in vari rami, da uno dei quali derivano i fratelli Alfio e Giovanni padre di Fortunato, che nel 1834 e 1855 stanziati a Palermo ottennero dal Senato attestato di nobiltà a Palermo, nonchè Odoardo (1846) sposato con Lucia Del Grande Montalto (linee estinte ).
La nostra discendenza ha origine da Vincenzo (figlio di Matteo sposato con la predetta Francesca Spinelli), che s’investì della Baronia di Malpertuso e S. Basilio il 21 marzo 1617. Acquistò il 30 novembre 1626 il feudo di Cutumino inferiore da Bartolomeo Calascibetta, suo parente, senza figli (feudo derivante anticamente da casa De Perrono). Il figlio Carlo se ne investì la prima volta il 24 XI 1633; egli sposò Donna Rosalia Spinelli ereditiera del Feudo di Friddani. Dal matrimonio nacque Pietro che s’investì dei feudi di Cutumino sottano, Friddani, Malpertuso e S.Basilio nel 1676. Fu Capitano di Piazza nel 1694-95 e sposò nel 1668 Donna Virginia Trigona di Piazza Armerina; non ebbero figli. Vendette il feudo di Cutumino a Giovanni Strazzeri.
Il fratello Antonio Nicolò sposò nel 1675 Donna Carmela Librizzi da Petralia Sottana, città nella quale trapiantò la sua famiglia. Si stabilirono in un Palazzo, ancor oggi di proprietà dei discendenti, in posizione ottimale e scenografica sotto la parete rocciosa, al centro della cittadina e vicino alla fontana principale del Paese. Da questo matrimonio nacque nel 1689 Carmelo che sposò Donna Natala de Rosa; ebbero come figli Carlo regio milite, Calogero sacerdote e Giuseppe che si sposa con Alessandra Violanti. Il figlio Carlo Antonio sposò Marianna Cefalù, da cui Antonio, nato nel 1813, che sposò nel 1840 Donna Giuseppa Rinaldi ed Errante della Vanella , da cui Eugenio e Teresa sposata a Giulio Pucci dei Baroni di Benisichi.
Eugenio, nato nel 1852, sposò a Palermo nel 1870 Donna Marianna Librizzi di Petralia Sottana. Fu Sindaco di Petralia e nel 1904 fu insignito della medaglia al valor civile. Ebbe due figli maschi e tre figlie femmine: Antonio, avvocato del Banco di Napoli e Commendatore del Regno sposato con Laura Neri, senza figli, che curò l’iscrizione della famiglia nella III edizione Libro d’Oro della Nobiltà Italiana; Giovanni nato a Petralia nel 1875; Irene in Di Maria di Alleri; Giuseppina in Belforte; Ida in Fontana. Antonio Calascibetta (zio Totò), che era il primogenito, vendette un suo Palazzo di Petralia Sottana sito di fronte la casa avita e si trasferì a Roma; nei mesi estivi in Sicilia soggiornava a Castellana Sicula nella villa Calascibetta di Majmone, villa che egli vendette negli anni ’60. I Calascibetta possedevano nel territorio di Castellana altre proprietà come Donalegge con il suo Casale, e Pantaleo.
Giovanni sposò nel 1907 la Nobile Giulia Pucci dei Baroni di Benisichi. Ricoprì anche lui la carica di Sindaco (Podestà); fu fondatore della sezione delle Madonie del Club Alpino Italiano con sede a Petralia Sottana. Fu l’ideatore del Ballo della Cordella di Petralia, fu fondatore e comproprietario, insieme ai parenti Pucci, e amministratore del mulino e pastificio “Pucci e Calascibetta” che prosperò sotto la sua attenta gestione; poi venduto ai Signori Castagna.
Ebbero una sola figlia, Eugenia, nata il 31 marzo 1925, che sposò il Barone Nino Martinez Tagliavia di S. Giacomo.