Il Palazzo Tagliavia di San Giacomo è la storica residenza dei Tagliavia di San Giacomo a Sciacca, in provincia di Agrigento.
E’ un vasto e maestoso Palazzo dalle grandi cariatidi che sorge in alto di fronte al mare, lungo l’attuale Via Vittorio Emanuele, ove un tempo si apriva l’ingresso monumentale.
Davanti ad esso e prospiciente il mare c’era un giardino lussureggiante di gelsomini, glicini ed araucarie.
Il Palazzo è appartenuto da sempre alla nostra famiglia. Le sue origini sono probabilmente antecedenti al 1400, epoca a partire dalla quale è documentata la dimora. Il Palazzo ebbe poi una profonda trasformazione avvenuta a partire del 1812 quando la struttura quattrocentesca venne sopraelevata e sia la pianta interna che gli esterni furono ristrutturati in stile impero. L’antica torre quattrocentesca fu inglobata nella costruzione. In tale occasione fu unificato architettonicamente il fronte lungo la via Licata.
Il Palazzo Tagliavia di San Giacomo all’epoca della sua massima espansione, occupava un’area molto vasta, di più di 4000mq., compresa tra le vie Licata, Vittorio Emanuele, Piazza S. Friscia e Via Bevilacqua. Al Palazzo originario erano annessi diversi immobili abitati anche da altri membri della famiglia, estendendosi in un’area che comprende oggi anche il cd. Palazzo della Zecca- cortile Romano e il fronte in stile neogotico fiorito su Piazza Friscia.
Il Palazzo fu costruito sul pendio, con un dislivello pari a un piano. Si sviluppava per un’altezza di due piani abitati oltre al pianterreno dal lato mare, l’attico che dava accesso ai tetti era caratterizzato da un camminamento lungo i merli e una piccola terrazza.
L’ingresso monumentale pedonale del Palazzo con atrio e scalone in marmo rosso si apriva su Corso Vittorio Emanuele. Tramite lo scalone si raggiungeva il cortile del baglio situato ad una quota superiore; il cortile aveva un altro accesso, carrozzabile, dalla Via Licata.
Al centro della facciata interna del cortile era la porta d’ingresso del Piano nobile; sul baglio si aprivano poi le finestre di altri ambienti, porte e archi che davano accesso alle abitazioni della servitù e ai magazzini. A destra e a sinistra del tocchetto d’ingresso erano gli appartamentini dell’amministrazione.
In periodo antico, lungo il lato sinistro della facciata al primo piano un lungo ballatoio in legno metteva in comunicazione le stanze del piano superiore con la facciata opposta avente un terrazzo e le cucine. Al ballatoio, ormai perduto e di cui rimangono evidenti tracce nella muratura abrasa lungo le false aperture del 1 piano, si accedeva dal giardino d’inverno posto ad angolo ed ancora esistente benché deteriorato.
Al centro della facciata, a pianterreno, la porta di accesso al piano nobile dava su di una vasta sala di ingresso sulla cui parete di fondo era affrescato l’albero genealogico della Famiglia Tagliavia di San Giacomo. Seguiva poi una fuga di saloni al cui centro era la Galleria, sala da ballo con le pareti ricoperte di damasco rosso e le porte riccamente decorate in stile impero a foglia d’oro, avente il soffitto affrescato con la copia dell’Aurora di Guido Reni. Tutti i saloni avevano porte-finestre che si aprivano su di un lunghissimo balcone prospiciente il mare, ancora esistente, che la tradizione vuole essere il più lungo della Sicilia.
Notevole era poi la Quadreria di Palazzo San Giacomo, due saloni dalle pareti totalmente ricoperte di quadri, che precedevano la Cappella in stile neoclassico posta in fondo.
Al Piano superiore erano gli appartamenti privati della famiglia.
In seguito a divisione ereditaria tra le sorelle Giuseppina e Maria Carmela Tagliavia, figlie dell’ultimo Marchese di San Giacomo Don Antonino morto in giovane età, il Palazzo fino ad allora unito venne diviso in due parti intorno al 1950, operando un taglio mediano e lasciando però il salone dell’Aurora ritenuto indivisibile alla parte destra della proprietà, ad Ovest. La parte della Baronessa Maria Carmela Martinez Tagliavia di S.Giacomo rimase ad Est.
Le trasformazioni dissennate avvenute nella metà Ovest del palazzo in seguito ad ulteriori divisioni ereditarie e alienazioni hanno purtroppo danneggiato irreversibilmente la costruzione antica, smembrando l’antica proprietà e stravolgendone la struttura mediante svuotamenti interni e sopraelevazioni.
Anche il grande salone dell’Aurora fu totalmente distrutto: nella sua volumetria furono costruiti due appartamenti, di cui quello superiore cieco e senza finestre. Dei saloni antichi rimangono alcune porte e scuri delle finestre decorate in oro zecchino che testimoniano ancor oggi la raffinatezza delle decorazioni.
Fortunatamente, in questi sconvolgimenti il prospetto principale sul Corso Vittorio Emanuele è rimasto integro anche se l’antico atrio del portone principale adesso è stato trasformato in magazzino, così come è stato distrutto l’antico scalone di accesso dal Corso Vittorio Emanuele. Quello che prima era la corte interna del Palazzo, oggi è divenuto un cortile condominiale avente accesso sulla Via Licata; la metà destra del cortile è stata totalmente alterata e sopraelevata con la costruzione di diversi appartamenti ed ha l’aspetto di un anonimo condominio moderno. La parte sinistra è invece rimasta con il suo antico aspetto neoclassico délabré: il contrasto è stridente.
E’ andato altresì distrutto il grande giardino prospiciente il mare che fino agli anni 1960 si estendeva davanti al Palazzo e di cui rimangono fotografie del padiglione cinese: al suo posto si ergono adesso due alti immobili condominiali.
Attualmente solo la parte sinistra del cortile e della costruzione, appartenente ancora oggi ai Baroni Martinez Tagliavia di San Giacomo eredi di Maria Carmela, conserva quindi l’aspetto e la struttura antica. Anche gli ambienti interni di questa parte sono ancora quelli originali, unici rimasti dell’intera struttura del Palazzo; si conserva anche la Cappella con stucchi del primo Ottocento dove si sono sposate e battezzate le ultime generazioni del Casato. Interessante è l’Archivio ivi conservato, i cui volumi dal 1200 arrivano ai giorni nostri. Si conservano ugualmente memorie della famiglia, tra cui il quadrone d’altare della metà del ‘500 raffigurante San Giacomo proveniente dalla Cappella di S.Giacomo accanto alla Chiesa di S. Domenico al Piano, oggi demolita.